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venerdì 27 marzo 2009

PARCO LAMBRO ( FIUME LAMBRO )

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OGGI ALLE 18.00 HO FATTO UN GIRO IN BICICLETTA X SGRANKIRMI UN PO' ,
ED ECCO COSA HO NOTATO SUL FIUME LAMBRO , TANTA SKIUMA COME SE A MONTE QUALKUNO STESSE LAVANDO I PANNI ,,,,,,,,,,,,,



MA NON C'ERA IL DEPURATORE ???????????????'''




MI SEMBRA KE IL SINDACO DI MILANO ' QUELLO IN MUTANDE ' FOSSE STATO PAGATO COME COMMISSARIO X I DEPURATORI ,
SOB ,,,,,,,,,,,,,,, ALTRI SOLDI RUBATI ..........

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martedì 24 marzo 2009

ITALIA NOSTRA QUANDO LA CORRETTEZZA NON E' DI CASA



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Roma 4.3.2009(Corsera.it)

E' finita la lite da pollaio tra l'Ing.Enrico Maria Antonelli e l'associazione Italia Nostra che il 18 Febbraio hanno concluso l'acquisto dei nuovi uffici per la sede di Italia Nostra a Roma in Viale Liegi,700mq di lussuoso edificio denominato Liegi Properties ,costo dell'operazione 5.7 milioni di euro.

La prestigiosa associazione nata per difendere il suolo italico dagli scempi della speculazione selvaggia e fondata dall'ing.Astaldi non ha certo fatto mostra di correttezza in questa vicenda .Infatti pur essendo stata assistita da una nota agenzia immobiliare della capitale per circa 12 mesi nella sua ricerca della nuova sede,tramite alcune infondatissime lettere del suo legale Avv.Adriano Aureli ...




...ha tentato in tutti i modi di metterne in cattiva luce l'operato e addirittura ancora oggi a distanza di molte settimane non ha ancora onorato il pagamento delle provvigioni.Nelle missive del legale inviate al mediatore anche grossolani tentativi di scardinare l'ordinamento costituzionale,diffidando la stessa ad adire per le vie legali a tutela dei suoi interessi e rendere nota la vicenda tra le pagine web di questo sito Corsera.it .Missive riempite di evidenti fatti inveritieri e del tutto slegati da qualsiasi fondamento giuridico.Insomma quella che tutti immaginano in Italia essere una prestigiosa associazione a tutela del paesaggio urbano delle nostre città al contrario utilizza comportamenti del tutto estranei alla correttezza professionale e deontologica a cui si dovrebbero attenere ,anche ex magistrati come il Presidente Michele Lo Savio.

La società immobiliare infatti non solo per un lungo periodo ha condotto le ricerca utili ad individuare la sede più opportuna ,ma ha pagato di propria tasca anche l'attività dell'Ing.Marcello Conti per la verifica di ogni aspetto tecnico urbanistico.Insomma l'associazione ha sfruttato a piene mani l'attività di seri e riconosciuti professionisti venendo meno non soltanto agli obblighi economici nei confronti della medesima azienda,ma sopratutto agli obblighi morali che non hanno valore per le persone serie .

Se l'associaione Italia Nostra intende tutelare l'ambiente con gli stessi sistemi adottati per evitare il pagamento ai propri consulenti,allora c'è da mettersi le mani nei capelli,e comunque la filosofia con la quale venne fondata questa associazione ha perduto ogni connotato di signorilità e sensibilità che erano le fontamenta stesse della sua elezione tra gli enti di civiltà del nostro paese.

.io ho trovato questa notizia , e mi sembrava utile pubblicarla , ciao

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lunedì 23 marzo 2009

Tossina alghe minaccia fondo mare

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Studio californiano, acido domoico entra nella catena alimentare

ANSA) - ROMA, 22 MAR - Una neurotossina prodotta dalla fioritura di un'alga diffusa al largo della California sembra vada a procurare danni sul fondo del mare.L'allarme e' contenuto in uno studio dell'Universita' della South Carolina pubblicato sulla rivista New Scientist. L'acido domoico non si degrada subito dopo la fioritura delle alghe, ma raggiunge il fondo marino dove, oltre ad avvelenare i molluschi puo' entrare nella catena alimentare avvelenando anche pesci, mammiferi marini e quindi gli umani.

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venerdì 20 marzo 2009

In 350 bloccano la Commissione europea

Attivista di Greenpeace trascinata dalla polizia a Bruxelles per una protesta non-violenta presso il palazzo della Commissione europea.
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Bruxelles, International — A Bruxelles, 350 dei nostri attivisti – di cui 20 italiani - hanno bloccato le porte del palazzo della Commissione europea dove sono riuniti i ministri dell’Economia. Chiediamo che vengano versati ai Paesi in via di Sviluppo 35 miliardi di euro all’anno fino al 2020, necessari per ridurre le emissioni di gas serra e far fronte agli impatti dei cambiamenti climatici. Non lasceremo che i ministri vadano via senza impegnarsi a “Salvar€ il clima”.

"Se il Pianeta fosse stato una banca lo avrebbero già salvato. I ministri dell'Economia, infatti, stanno concedendo alle banche e ai loro manager miliardi di soldi dei contribuenti, ma non hanno ancora sborsato un singolo centesimo di euro per affrontare la crisi del clima". È la denuncia del nostro direttore Giuseppe Onufrio anche lui in azine a Bruxelles.

Per difendersi dai cambiamenti climatici, i Paesi in Via di Sviluppo necessitano di almeno 110 miliardi di euro all'anno dai paesi ricchi entro il 2020. I paesi devono contribuire al piano di salvataggio del clima secondo il proprio impatto sui cambiamenti climatici. Sulla base di questo, l'Europa dovrebbe versare 35 miliardi di euro all'anno, che equivalgono ad appena 1.30 euro a settimana per ogni cittadino europeo. Il prezzo di un cappuccino.

Insomma, i Paesi dell'Ue hanno già dato in varie forme 1700 miliardi di euro alle banche: è come se ciascun cittadino europeo avesse invitato una banca a cena, una volta alla settimana per un anno, spendendo 63 euro. Ora si tratterebbe di offrire un cappuccino ai Paesi emergenti.

Per agevolare la raccolta di questi fondi, Greenpeace sostiene un robusto meccanismo finanziario, che faccia acquistare ai Paesi industrializzati una quota parte dei permessi ad emettere emissioni di gas serra.

I nostri leader non sono riusciti a evitare la crisi economica. Ora non possiamo permettere che commettano lo stesso errore con la crisi del clima.

Gli attivisti sono arrivati questa mattina a Bruxelles da 20 paesi. Si sono incatenati ai cancelli e alle recinzioni delle entrate del palazzo. Sono stati trascinati via da un ampio schieramento di agenti di polizia. Cinque sono stati portati in ospedale. Uno di loro ha due costole fratturate. Oltre trecento arrestati!

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SU RIFIUTI SALUTE E AMBIENTE

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SU RIFIUTI SALUTE E AMBIENTE - MILANO 18 APRILE 2009

PRIMO ANNUNCIO DEL CONVEGNO SU RIFIUTI SALUTE E AMBIENTE - MILANO 18 APRILE 2009

18 aprile 2009 MILANO

Sede Consiglio Regionale

Entrata da via Galvani 12

ore 9,00 - 18,00

GESTIONE DEI RIFIUTI : IMPATTI SULL’AMBIENTE E LA SALUTE, ALTERNATIVE

Ad un anno dalla eclatante emersione dell’emergenza rifiuti a Napoli (in realtà iniziata nel 1994) e di fronte
all’uso di questa vicenda per spingere verso la “scorciatoia” dell’incenerimento, Medicina Democratica
vuole offrire con questo convegno una occasione di riflessione sul problema della gestione dei rifiuti nel
nostro paese con una attenzione agli aspetti ambientali e di tutela della salute.
La “soluzione” del “ciclo integrato dei rifiuti” contiene modelli solo apparentemente divergenti come quelli
di Napoli e di Brescia; entrambi, per motivi diversi, emblematici del modo di affrontare il problema ed
espressione di un approccio deliberatamente errato, riduzionista, foriero di gravi danni all’ambiente ed alla
salute. Sempre crescenti sono le preoccupazioni connesse alla gestione di rifiuti, in particolare per le forme
di smaltimento, legali ed illegali, dalla discarica all’incenerimento. Medicina Democratica da anni individua
il nodo del problema nel ciclo della produzione e del “consumo” delle merci e ha sempre agito contro un
modello economico distorto, basato sullo spreco delle risorse e sul consumismo illimitato, a loro volta
perpetuati dalle forme di smaltimento, da ultimo le diverse forme di incenerimento, presentata come
soluzione “finale”. Una scorciatoia che porta in un vicolo cieco con ulteriori enormi ed illeciti traffici e
guadagni: gli interessi che gravitano intorno alla gestione dei rifiuti portano a calpestare i più elementari
diritti delle popolazioni ed in nome dell’ emergenza si stravolge il concetto stesso di legalità.
Dobbiamo abbandonare il concetto stesso di “rifiuto” (destinato all’abbandono o comunque allo sversamento
nell’ambiente) e, soprattutto, in un momento di grave crisi economica come l’attuale, imboccare con
decisione e su larga scala politiche di prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti, nonché per la loro
gestione virtuosa pretendendo nuove norme e l’applicazione di quelle esistenti con un approccio basato sulla
responsabilità estesa dei produttori di merci e la realizzazione di filiere che garantiscono il rientro delle
merci e dei materiali con cui sono realizzate in un ciclo vitale e produttivo a basso impatto ambientale. Non
riteniamo possibile che tali obiettivi possano essere conseguiti contestualmente alla incentivazione di forme
di “distruzione” di materia ancorchè con, ridotto, “recupero energetico” ancor meno se “drogato” da
incentivi (i “certificati verdi”) che devono essere previsti solo per le vere fonti di energia rinnovabile. Le
alternative, sempre più evidenti e concrete, estendono la possibilità di recuperare beni, evitare sprechi a tutto
vantaggio della salvaguardia dell’ambiente, della salute, del clima e, non meno importante, dal punto di vista
economico, per l’ indotto occupazionale, di ricerca e innovazione, che una tale direzione comporta.





BOZZA DI SVOLGIMENTO DEL CONVEGNO:

MATTINA (ore 9-13,00) (in rosso gli interventi previsti in videoconferenza)

Saluti/Introduzione Tonino D’ Angelo - Presidente di Medicina Democratica

"Inceneriamoli tutti" : il "ciclo integrato" dalla Sicilia alla Lombardia

Moderatore Marco Caldiroli.

Paolo Rabitti : La gestione dei rifiuti in Italia ed il "caso Campania"

Gioacchino Genchi: il caso Sicilia

Celestino Panizza: l’inceneritore di Brescia: fatti e misfatti.

Mario Agostinelli : il modello Lombardia, rifiuti ed energia

Salute e gestione dei rifiuti: opinioni a confronto

Ernesto Burgio: Microinquinanti e danni transgenerazionali

Michelangiolo Bolognini: La tutela della Salute Pubblica fra "vecchi" e "nuovi" inceneritori

Patrizia Gentilini: lo studio Enhance Health: un esempio di comunicazione mistificata

Giuseppe Miserotti: La posizione della FNOMCeO

Ore 12.30-13.00 : Dibattito

POMERIGGIO: (ore 14.00-18)

L’intervento e le richieste dei comitati

Elenco in fase di preparazione

RIFIUTI: RIDURLI, PREVENIRLI, RECUPERARLI

Fabrizio Bertini : Rifiuti zero, primi passi verso pratiche bioeconimiche

Massimo Cerani: le alternative all’ incenerimento

Carla Poli:l’esperienza del Centro Riciclo Vedelago

I buoni esempi:

Elenco in fase di preparazione

Ore 17.00 Dibattito

Ore 17.30 Conclusioni di Luigi Mara

Per motivi indipendenti da Medicina Democratica occorre fornire il nominativo dei partecipanti alla iniziativa. Chi vuole partecipare è pregato di inviare il proprio nominativo al seguente indirizzo mail marcocaldiroli@alice.it entro il 16 aprile 2009

Come arrivare: la sede dell’iniziativa: il consiglio regionale lombardo è a due passi dalla Stazione Centrale "dietro" il Pirellone (stazione MM Centrale su linea 2 verde e 3 gialla).

www.medicinademocratica.org

LA BOZZA ORSI DIVENTA DISEGNO DI LEGGE - CACCIA -

LA BOZZA ORSI DIVENTA DISEGNO DI LEGGE

Conclusi i lavori del Comitato ristretto, costituito nella seduta del 28 ottobre 2008, sono stati assegnati alla Commissione i disegni di legge nn. 1104, 1122, 1224, tutti relativi alla materia del prelievo venatorio. In considerazione dell'identità dell'oggetto, si è proceduto alla discussione congiunta dei disegni di legge nn. 276, 330, 397, 398, 480, 510, 1029, 1104, 1122 e 1224 e della attinente petizione n. 273.

Pertanto, la bozza Orsi è diventata DDL a tutti gli effetti ed ha accorpato tutti gli altri DDL in materia di caccia.

A tal fine come azione conseguente all'operazione di lifting messa in atto, abbiamo preparato un nuovo appello.

NUOVO APPELLO PER FERMARE LA LIBERALIZZAZIONE DELLA CACCIA:

Appello contro la riforma della legge sulla caccia
Cosa puo' fare ogni singolo cittadino per esprimere democraticamente il proprio dissenso verso questa devastante, antistorica e ignorante proposta di liberalizzazione estremista della caccia.

La materia della conservazione della fauna selvatica è troppo delicata per essere lasciata in appannaggio a parlamentari che si riconoscono solo nelle istanze della più retriva lobby "calibro 12", e che strizzano l'occhio verso forme di caccia che sinora sono considerate dalla legge come atti di bracconaggio.

Chiediamo dunque a tutti coloro cui sta a cuore la difesa degli animali di mandare una nota (sotto) esprimendo il proprio fermo ma garbato dissenso:

al Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Senatore Antonio D'Alì
al Vice-presidente della Commissione Ambiente del Senato, Senatore Cesarino Monti
al Presidente del Gruppo PDL al Senato, Senatore Maurizio Gasparri

Indirizzo:

c/o Senato della Repubblica
Palazzo Madama
00186 Roma

oppure via fax:

Gruppo Parlamentare Il Popolo della Libertà - Senato della Repubblica
Palazzo Madama
via della Dogana Vecchia, 27
00186 - Roma
Fax 0667063585

Esempio di testo:

Egregio Senatore………

vorrei esprimere il mio netto dissenso circa i contenuti del testo unificato delle proposte di legge in materia di esercizio della caccia, adottato come base di discussione dalla XIII Commissione Territorio/Ambiente del Senato in data 11/3/2009, perché -tra l’altro- ritengo assolutamente incompatibile con la necessaria tutela del nostro patrimonio faunistico:

L'estensione degli orari di caccia per mezzora dopo il tramonto (art.18), la rimozione del divieto di caccia nelle aree incendiate (art. 34), la possibilità di cacciare nelle foreste demaniali (art. 9), l’introduzione della caccia da natanti (art. 20) attualmente vietata, il nomadismo sul territorio nazionale dei cacciatori di fauna migratrice, l’aumento delle specie utilizzabili in numero illimitato -e senza anellini identificativi della legittima provenienza- nell'odiosa pratica dell'impiego dei richiami vivi (art. 4), la riduzione delle modalità di caccia praticabili con opzione in via esclusiva (art. 11), la mancata limitazione del numero di colpi per le carabine in violazione della legge 503/81 che ratifica la convenzione di Berna (art. 13), l’uso di civette vive come zimbelli (art. 22), la caccia alla fauna stanziale nei valichi montani che agevolerebbe spari illeciti contro i migratori (art. 22), l’esclusione dei guardiaparco dai soggetti attualmente preposti al rispetto della legge (art. 28), nonchè l’introduzione dell’attestato di tirocinio che consentirebbe ai sedicenni accompagnati di esercitare la caccia con un fucile (art. 11).

Chiedo che il testo in oggetto non venga posto in votazione perché gravemente pericoloso per la salvaguardia del nostro patrimonio faunistico.

nome, cognome, indirizzo
Firma

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NATURA : ATTAKKATA DA LEGGI VERGOGNA

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Dal Senato della Repubblica Italiana parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, ai parchi, alla nostra stessa sicurezza: una bozza di disegno di legge di totale liberalizzazione della caccia. E' firmato dal senatore Franco Orsi, relatore incaricato di predisporre un testo base unificato di una dozzina di altri ddl "spara-tutto" già depositati l'anno scorso (comitato ristretto in seno alla Commisisone Territorio e Abbiente del Senato).

Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, abbattimenti di orsi, lupi, cani e gatti vaganti e tante altre nefandezze.

La legge 157/1992, l’unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere fatta a pezzi.

Fermiamoli!!!

Ecco la lista degli orrori.

Sparisce l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna.

L’Italia ha un patrimonio indisponibile, che è quello degli animali selvatici, alla cui tutela non è più interessato!

Scompare la definizione di specie particolarmente protette.

Animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale.

Si apre la caccia a molte specie lungo le rotte di migrazione.

Un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori.

Totale liberalizzazione dei richiami vivi!

Sapete cosa sono i richiami vivi? Gli uccelli tenuti “prigionieri” in piccolissime gabbie per attirarne altri. Già oggi questa pessima pratica è consentita, seppure con limitazioni. Ma il senatore Orsi vuole liberalizzarla totalmente

Sarà possibile detenerne e utilizzarne un numero illimitato.

Spariranno gli anelli di riconoscimento per i richiami vivi. Sarà sufficiente un certificato. Uno per tutti!!!

Tutte le specie di uccelli, cacciabili o non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi. Anche le peppole, i fringuelli, i pettirossi…

700 mila potenziali imbalsamatori

I cacciatori diventeranno automaticamente tassidermisti, senza dover rispettare alcuna procedura. Animali uccisi e imbalsamati senza regole. Quanti bracconieri entreranno in azione per catturare illegalmente animali selvatici e imbalsamarli?

Mortificata la ricerca scientifica

L’Autorità scientifica di riferimento per lo Sato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali.

Gli istituti regionali rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria.

Potenziale impossibilità di effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale.

Si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili.

Un’incredibile formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette!

Saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale!

Norma offensiva! Chi protegge "troppa" natura sarà punito. Come se creare parchi dove la gente e gli animali possano vivere e muoversi sereni, fosse un reato!

Licenza di caccia possibile a 16 anni.

Invece che educare i ragazzi al rispetto, ecco a voi i fucili !

Liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti eccetera!

Un articolo incredibile, che dà a i sindaci poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee. Basterà che un singolo animale “dia fastidio”.

Un vero e proprio Far West naturalistico.

Leggi regionali per cacciare specie non cacciabili.

Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell’Unione europea, non sono bastate due sentenze della Corte Costituzionale. Il senatore Orsi regalerà a Veneto e Lombardia, ovvero agli ultrà della caccia, la possibilità di continuare a cacciare specie non cacciabili, e di farlo con leggi regionali. E le multe europee le pagheremo noi!

Caccia con neve e ghiaccio.

Si potrà cacciare anche in presenza di neve e ghiaccio, cioè in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, riparo.

Ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli!

Puro medioevo! Le civette legate per zampe e ali e utilizzate come esca!

Ridotta la vigilanza venatoria.

Le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza! Nel Paese con il tasso di bracconaggio tra i più alti d’Europa, cosa fa il Senatore Orsi? Riduce la vigilanza!

Cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale.

Le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa.

E altro, tanto altro ancora.

Fermiamoli!!!

Diffondete questo documento, iscrivetevi alle liste in difesa degli animali selvatici che stanno nascendo sui blog, su Facebook, scrivete ai senatori della Commissione Territorio e Ambiente ,

http://www.senato.it/loc/link.asp?tipodoc=scom&leg=16&tipo=0&cod=13

,partecipate alle iniziative che saranno organizzate!

Evitiamo che l’Italia precipiti in questa forma di barbarie. La natura è la nostra vita.

Fermiamoli!!!

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lunedì 16 marzo 2009

Tre miliardi di persone senz'acqua

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La pressione demografica rischia di essere la causa della probabile ed imminente crisi delle risorse idriche che colpirà il nostro pianeta. L'allarme Onu in un rapporto che sarà diffuso in occasione del quinto Forum mondiale sull'acqua


La pressione demografica rischia di essere la causa della probabile ed imminente crisi delle risorse idriche che colpirà il nostro pianeta. A lanciare l'allarme sono le Nazioni Unite in un rapporto che presentato oggi al Palazzo di Vetro a New York e che sarà diffuso in occasione del quinto Forum mondiale sull'acqua in programma a Istanbul dal 16 al 22 marzo. Il Forum, che ha cadenza triennale, riunisce esponenti di tutti i settori per trovare soluzioni sostenibili alle sfide idriche mondiali.

Oltre a 3.000 organizzazioni e circa 20.000 esperti, al Forum di quest'anno prenderanno parte una ventina di capi di Stato e circa 180 ministri dell'ambiente da altrettanti Paesi del mondo. Per l' Italia sarà presente il ministro Stefania Prestigiacomo. Secondo l'Onu, la situazione idrica mondiale è già preoccupante: più di un miliardo e 200 milioni di persone non hanno accesso sufficiente alle fonti di acqua pulita e quasi altri due miliardi di esseri umani vivono senza servizi igienici.

"L'aumento della domanda, legato alla crescita e alla mobilità della popolazione, all'evoluzione degli stili di consumo e agli accresciuti bisogni di energia, nonché ai già percettibili effetti dei mutamenti climatici provoca una pressione sempre maggiore sulle risorse idriche", si afferma nelle 348 pagine della terza edizione del Rapporto mondiale dell'Onu sullo sviluppo delle risorse idriche dal titolo "L'acqua nel mondo che cambia".

Questo terzo rapporto si inserisce nel progetto di valutazione mondiale teso a misurare i progressi conseguiti in vista degli obiettivi di sviluppo del Millennio (Mdg) fissati nel 2000 dalle Nazioni Unite attraverso la "Dichiarazione del Millennio" con cui la comunità internazionale si impegnò a dimezzare, fra il 2000 e il 2015, il numero di persone che non hanno accesso all' acqua potabile. L'indagine, coordinata dal Programma mondiale per la valutazione delle risorse idriche (Wwap, con sede a Parigi presso l'Unesco), è il risultato del lavoro congiunto delle 24 agenzie che fanno parte del programma "Onu-Acqua".

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sabato 14 marzo 2009

TERREMOTO ( PONTE SULLO STRETTO )

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Lieve terremoto in provincia di Catania
OGGI

Un terremoto di magnitudo 3.3 è stato avvertito oggi in provincia di Catania ma senza provocare danni. L'epicentro è stato localizzato nella zona etnea tra i Comuni di Milo, Sant'Alfio e Santa Venerina. Lo ha detto oggi la Protezione civile.

Terremoto: Lieve Scossa Nel Messinese

2 mar. - Un terremoto di magnitudo 2.7 e' stato registrato nella tarda serata di ieri, intorno alle 22, nel distretto sismico dei Golfi di Patti e Milazzo, in provincia di Messina. Il sisma, localizzato dagli strumenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia a una profondita' di 9,1 km, ha avuto come epicentro la zona tra Brolo, Gioiosa Marea e Patti. Non sono stati segnalati danni a persone e cose.

SE CI FOSSE STATO IL PONTEEEEE--EEE-EEE
SAREBBE RIMASTO IN PIEDI...............?????


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giovedì 12 marzo 2009

Contro il nucleare

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Contro il nucleare. Ad Alessandria ed in ogni luogo.
Apertura di una sottoscrizione popolare per la presentazione di un ricorso al TAR del Lazio



Per impedire il deposito nucleare ad Alessandria bisogna presentare il ricorso al Tar del Lazio, entro fine mese.

Per presentare il ricorso necessitano 4.000 euro per le spese legali.


Apriamo dunque una sottoscrizione popolare.

I tempi sono strettissimi. Invitiamo perciò tutti a segnalare urgentemente la somma con cui sono disponibili a contribuire. Pubblicheremo di volta in volta l’elenco dei sottoscrittori. Poi, appena raggiungeremo i 4.000 euro, indicheremo le modalità per il versamento del contributo.

Se non li raggiungeremo, le generazioni presenti e future alessandrine si terranno il deposito nucleare, radioattivo per 26.000.000.000 di Bequerel (26 miliardi, iniziali). Dunque dipende da noi tentare di impedirlo.

CONTRO IL NUCLEARE,

AD ALESSANDRIA ED IN OGNI LUOGO

Per eliminare il nucleare ad Alessandria ...

E’ illegittimo il “decreto di disattivazione” dell’impianto nucleare di Bosco Marengo (Alessandria) che imporrebbe un vero e proprio deposito nucleare, spudoratamente definito provvisorio, ma, in realtà, a tempo indeterminato, con ingiustificabili rischi per l’ambiente alessandrino, per i lavoratori, per le generazioni alessandrine presenti e future.

Noi pretendiamo invece che l’impianto di Fabbricazioni Nucleari sia mantenuto in sicurezza e che il suo smantellamento sia subordinato all’individuazione a norma di legge di un deposito nazionale, specificamente individuato al fine di custodire per i secoli a venire le scorie radioattive nella maggiore possibile sicurezza.

Bosco Marengo deve essere bonificato dai rifiuti nucleari, trasformato in prato verde, non deve diventare sede di un deposito nucleare esposto a tempo indeterminato a malfunzionamenti, atti terroristici o incidenti, che, stante la collocazione impropria, avrebbero conseguenze particolarmente devastanti.

Le leggi vigenti 368/2003 e 239/2004 prevedono un percorso totalmente diverso per individuare dove realizzare un deposito nucleare. Perciò il decreto di disattivazione è illegittimo.

E perciò

... presentiamo ricorso al TAR del Lazio

contro questa autorizzazione illegittima che si colloca all’interno delle scelte del governo per rilanciare la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia.

Primi promotori:

Legambiente Piemonte Settore Energia

Medicina democratica

Associazione dei Comitati della Fraschetta

Pro Natura Piemonte

Rete ambientalista della provincia di Alessandria

Progetto ambiente

AFA Amici delle ferrovie e dell’ambiente

Gevam onlus

Rete nazionale Rifiuti zero

Circolo alessandrino movimento Decrescita Felice

Partecipa a questa battaglia contro il nucleare in Italia! Aderisci. Diffondi questo appello.

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mercoledì 11 marzo 2009

Plastica in viaggio

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Plastica in viaggio
Una zattera di 20 metri fatta di bottiglie di plastica con cui attraversare l'Oceano Pacifico. L'idea è venuta al milionario e avventuriero britannico David de Rothschild, 30 anni, rampollo dell'antica dinastia di banchieri, che in una sorta di parodia dell'impresa del Kontiki, la zattera di tronchi con cui il norvegese Thor Heyerdahl attraversò il Pacifico nel 1947, ha deciso di chiamare Plastiki il suo natante di bottiglie d'acqua minerale vuote.

Rothschild ha in programma di salpare il 28 aprile (nel 62.mo anniversario del Kon Tiki) da San Francisco per approdare a Sydney, Australia, passando per quella che viene chiamata la grande chiazza di rifiuti del pacifico: una massa di spazzatura, quasi interamente costituita di plastica, indistruttibile, in cui le bottiglie d'acqua vuote e galleggianti ma anche le buste la fanno da padroni, grande cinque volte la Gran Bretagna, sospesa appena sotto la superficie fra la Carlifornia e le Hawaii.
Una massa, che sta lentamente modificando anche il corso delle correnti oceaniche e che potrebbe perciò lentamente influire sul clima. Un Sos per il mondo, quello di Rothschild, affidato, come da tradizione, alla bottiglia. Sulla zattera Plastiki - con struttura a catamarano con due scafi costruiti di botiglie vuote legate insieme e coperte di un telo di plastica - un equipaggio di cinque marinai accompagnerà Rothschild nella sua avventura di circa 12.000 chilometri.

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Banca mondiale dell'inquinamento

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«Banca mondiale dell'inquinamento»
Un centinaio di attivisti hanno contestato la Banca Mondiale questa mattina davanti alla conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici in svolgimento a Poznan. La Banca, si legge in comunicato diffuso nel corso dell'azione, sta tentando di ritagliarsi un ruolo di primo piano all'interno degli accordi sul clima, con l'obiettivo di gestire una fetta consistente delle cospicue risorse necessarie alla lotta ai cambiamenti climatici.

Ma per le 142 associazioni internazionali che hanno firmato il documento diffuso questa mattina, l'isituzione non ha alcuna credibilità in materia di clima. Secondo il network di associazioni, tra cui Friends of the Earth International e Campagna per la Riforma della Banca mondiale, non esiste alcuna garanzia di una gestione trasparente e democratica, per non parlare del ruolo ancora oggi svolto dall'istituzione sul fronte dei gas a effetto serra. Solo nell'ultimo anno i prestiti finanziari garantiti dalla World Bank a favore del fonti fossili sono aumentati del 94% e nel caso del carbone la crescita è stata addirittura del 256%.

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lunedì 9 marzo 2009

Affari fotovoltaici

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Nel 2008 il giro d'affari dell'industria fotovoltaica italiana è stato di circa 800 milioni di euro con una potenza installata pari a 220 MW (+300% di potenza cumulata rispetto al 2007). Per il 2009, si prevede un'ulteriore crescita




Nel 2008 il giro d'affari dell'industria fotovoltaica italiana è stato di circa 800 milioni di euro con una potenza installata pari a 220 MW (+300% di potenza cumulata rispetto al 2007). Per il 2009, si prevede un'ulteriore crescita, con l'installazione di moduli fotovoltaici per almeno altri 250 MW. Il fatturato complessivo dovrebbe toccare quota 1 miliardo e 250 milioni di euro.

Scenario e prospettive del mercato del fotovoltaico sono stati illustrati stamani nel corso di un convegno promosso da Anie-Gifi (gruppo imprese fotovoltaiche italiane) nell'ambito di Energethica, il salone dell'energia rinnovabile e sostenibile inaugurato oggi alla Fiera di Genova. Nel corso del convegno è stato messo l'accento sui benefici che lo sviluppo del comparto potrebbe portare all'intero sistema Italia, anche in termini occupazionali.

Secondo uno studio condotto dalle aziende Anie/Gifi, solo in Italia al 2020 potrebbero essere installati ben 16 GW di impianti, che contribuirebbero alla creazione di circa 113.000 nuovi posti di lavoro, con una produzione di 20 TWh annui di energia elettrica e il risparmio delle emissioni in atmosfera di circa 10 milioni di tonnellate di CO2.

Per ogni kWh prodotto da un impianto fotovoltaico anziché da una fonte tradizionale viene risparmiata l'immissione in atmosfera di circa 540 grammi di anidride carbonica (un SUV produce in media 170gr di CO2 per ogni km percorso). Se è vero che al 1/o febbraio 2009 risultavano prodotti 209.162.045 kWh di energia elettrica da impianti fotovoltaici (fonte Gse), si è così evitata l'immissione in atmosfera di circa 113 tonnellate di CO2.

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Clima, scenziati riuniti a Copenaghen

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Esperti da tutto il mondo faranno il punto sulle conoscenze scientifiche più attuali , aggiornando il lavoro dell'ultimo rapporto dell'Ipcc. Per l'Italia è prevista un'accelerazione dell'aumento delle temperature dal 2020


Prove generali a Copenaghen per la Conferenza Onu sul clima del prossimo dicembre. Da domani al 12 marzo infatti, gli stessi edifici dove dovrà nascere il nuovo accordo globale ospiteranno un Congresso scientifico internazionale organizzato dall'Università della capitale danese. Esperti da tutto il mondo saranno chiamati a fare il punto sulle conoscenze scientifiche più attuali sul fronte dell'emergenza clima, aggiornando quindi il lavoro dell'ultimo rapporto degli esperti Onu dell'Ipcc (il Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici), pubblicato nel 2007 sulla base della letteratura scientifica fino al 2006. Questo vertice scientifico "rappresenta un utile evento per il percorso della road map definito alla conferenza di Bali - spiega Sergio Castellari, Focal point dell'Ipcc per l'Italia - e cerca di fornire una sintesi a livello scientifico delle conoscenze legate ai cambiamenti climatici, inclusi i lavori in itinere, dalla modellistica climatica globale e regionale all'adattamento, fino ai carbon sink e ai biocarburanti".

Particolarmente interessante, secondo Castellari "sarà una sessione dedicata ai cosiddetti 'tipping points', cioè le soglie critiche che, se superate, possono portare un effetto a cascata. Poi si discuterà di possibili cambiamenti nella circolazione oceanica termoalina (causata dalla variazione d'intensità delle masse d'acqua, ndr), nel ghiaccio marino Artico e in alcuni ecosistemi terrestri e marini". L'obiettivo finale del governo danese è quello di fornire una sintesi utile ai lavori della prossima Conferenza Onu sul clima, dalla quale dovrebbe nascere il nuovo accordo globale successivo al protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. In campo anche il lavoro di un team di italiani, composto da Vincenzo Artale, ricercatore dell'Enea e Filippo Giorgi, del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, esperti Ipcc, insieme al Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climatici di Lecce. Lo scopo è quello di affinare i modelli climatici esistenti per capire meglio cosa stia accadendo su base locale, con un occhio all'Italia.

"Si tratta - spiega Vincenzo Artale - di un intervento tra osservazione e simulazione, con l'analisi dei dati osservati fra Nord Atlantico e Mediterraneo con un sistema climatico accoppiato (atmosfera e oceano insieme), realizzando i primi scenari ad alta risoluzione". Certo, "si tratta del primo esperimento - precisa l'esperto - ed entro un anno avremo simulazioni più robuste, statisticamente parlando. Quanto emerso fino ad ora per l'Italia è un'accelerazione dell'aumento delle temperature dal 2020, dove i trend sono leggermente più bassi rispetto a quelli a livello generale. Si confermano però picchi di calore concentrati in estate e una forte differenza fra estate e inverno, con un 'effetto Alpi' di grande divisione tra Nord e Sud".

Un altro lavoro, elaborato da Artale per l'Enea, riguarda l'analisi di 150 anni di dati della temperatura superficiale in oceano e nel Mediterraneo, dalla quale "si rileva - aggiunge l' esperto - una variabilità naturale multidecennale, di 70 anni in 70 anni circa, con un trend molto forte di aumento della temperatura superficiale di circa mezzo grado in 150 anni. Mentre sulla parte profonda è emerso un andamento di crescita maggiore". Questi dati saranno importanti per la prossima Conferenza Onu sul clima di dicembre, dove il futuro accordo globale, secondo Mariagrazia Midulla, responsabile Clima del Wwf Italia, "sarà efficace solo se basato sulle ultime evidenze e proiezioni scientifiche, oltre che su una divisione equa delle responsabilità e delle azioni". La scienza dice "che il fenomeno dei cambiamenti climatici sta progredendo velocemente conclude Midulla - quindi bisogna tagliare le emissioni di CO2 prodotte dalle attività umane, tagliarle in fretta e tagliarle drasticamente".

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venerdì 6 marzo 2009

Greenpeace vince su Phlips ma la Prestigiacomo fa La Bella addormentata



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Il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, nelle vesti di Bella addormentata.


— Arriva una vittoria sul fronte hi-tech! Dopo diverse azioni e ben 47.000 firme raccolte nel mondo, Philips molla l'osso e accetta le nostre richieste. La multinazionale si impegna a offrire ai propri clienti servizi globali di ritiro e riciclo dei propri prodotti a fine vita. In Italia, invece, il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, fa La Bella addormentata. Domani, infatti, è l'ennesimo anniversario di ritardo per l'attuazione della normativa sui rifiuti elettronici.

Philips ha confermato che i costi di riciclo di un articolo non saranno più pagati direttamente dal consumatore - attraverso una tassa addizionale - ma saranno parte integrante del prezzo finale del prodotto. In questo modo, le aziende saranno anche incentivate a produrre beni più puliti e facili da riciclare, dovendo assorbire nel processo di produzione anche i costi di riciclo del prodotto a fine vita.

È una grande vittoria per Greenpeace e i suoi sostenitori che concretizza l'arduo lavoro speso per raggiungere questo traguardo. In Italia 5.000 persone hanno partecipato alla cyberazione su Philips, contribuendo ad aumentare la pressione sull'azienda. E il risultato è arrivato!

Ma abbiamo già un nuovo obiettivo: svegliare il nostro ministro dell'Ambiente dalla sua favola, quella della Bella addormentata.
Sul nostro sito "Elettronica verde" chiediamo a quanti ci seguono sul web di firmare la petizione on-line contro l'On. Prestigiacomo per far partire definitivamente il sistema di raccolta dei rifiuti hi-tech in Italia. Come? Il Governo deve emanare subito il "Decreto Semplificazioni" (in attuazione della legge D.Lgs 151/2005) che impone il ritiro dei vecchi computer, televisori e altri prodotti hi-tech da parte della distribuzione al momento dell'acquisto di un nuovo articolo simile. Domani, 28 febbraio 2009, segna un anno di ritardo nell'emanazione del Decreto.

Il "Decreto Semplificazioni" è un elemento importante nell'organizzazione e nel controllo del flusso dei rifiuti elettronici, oltre che incentivo per i consumatori a conferire il prodotto in disuso nella giusta maniera, invece che lasciarlo in casa o abbandonarlo per strada. Per rafforzare la richiesta avanzata al ministro, invitiamo anche a fotografare rifiuti elettronici sparsi ovunque sul nostro territorio.

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Amazzonia arrosto




Amazzonia in fiamme


— Un rapporto scandalo "Amazzonia arrosto. Un videoblog . Un reportage fotografico. Per denunciare la diretta relazione tra l'espansione dell'allevamento bovino e il dilagare della distruzione della foresta amazzonica. Il polmone del mondo nello stato del Mato Grosso è la regione con il più alto tasso di deforestazione. Il 79,5% delle aree recentemente deforestate in Amazzonia è stato destinato al pascolo.

Dal 1996 al 2006 ben 10 milioni di ettari - un'area pari a un terzo l'Italia - sono stati tagliati a raso a causa dell'allevamento bovino. Oggi il Brasile, che possiede la mandria commerciale più grande del mondo, è il principale esportatore di carne e pelle bovina. Inoltre, il governo brasiliano entro il 2018 intende raddoppiare la propria capacità di esportare questi prodotti.

Il Brasile è il quarto paese emettitore di Co2 a livello globale. In un paese in cui il 75% dei gas serra (GHG) emessi dipendono proprio dalla deforestazione, il governo dovrebbe prendere misure drastiche per fermare anziché stimolare l'espansione delle attività legate all'allevamento.

Il prossimo dicembre, i leader del mondo intero si incontreranno a Copenhagen per la negoziazione delle Nazioni Unite per il Clima più importante di tutti i tempi. Considerato che la distruzione delle foreste tropicali è responsabile di ben un quinto delle emissioni di gas serra a livello globale qualsiasi accordo per salvare il pianeta dal cambiamento climatico dovrà includere misure per fermare la deforestazione.


Il rapporto di Greenpeace "Amazzonia Arrosto" delinea, inoltre, le misure che il governo brasiliano deve mettere in atto per raggiungere l'obiettivo di "Deforestazione Zero" entro il 2015, anno in cui le emissioni di gas serra a livello globale dovranno iniziare a calare drasticamente.

L'Amazzonia brucia e i governi continuano a ignorarlo. Greenpeace sta documentando e denunciando questo disastro ambientale con il tour dell'Arctic Sunrise, lo storico rompighiaccio dell'organizzazione. A bordo anche un italiano Pietro che ci ha inviato un emozionante video blog, pubblicato anche sul sito repubblica.it. Così, con gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, speriamo che chi ha il potere di decidere adotti subito le giuste misure per proteggere uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta.

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X VEDERE VIDEO SPEGNI LA RADIO <----------

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giovedì 5 marzo 2009

Aci: Italiani sprecano nel traffico oltre 40 miliardi l'anno

In testa Roma con 252 ore sprecate; seguita da Milano con 237

© APCOM
- Le code e i rallentamenti del traffico urbano costano ogni anno agli italiani oltre 40 miliardi di euro.
Lo afferma l'Aci che ha effettuato un'indagine in quattro città campione (Roma, Milano, Torino e Genova). A Roma, in testa rispetto agli altri capoluoghi, su 503 ore l'anno passate in auto se ne sprecano nel traffico 252, a Milano sprecate 237 ore su 498, a Torino 180 su 450 e a Genova 178 su 380.
Sulla base delle rilevazioni dirette effettuate a gennaio e sull'analisi dei dati provenienti dai dispositivi di localizzazione Gps a bordo dei veicoli assicurati con polizze satellitari, l'Aci ha rilevato che la durata media dello spostamento in città è di 60 minuti a Roma, 58 a Milano, 55 a Torino, 47 a Genova. Il valore del tempo in auto è di 1.300 euro l'anno a Roma (650 euro sprecati in code e rallentamenti), 1.350 euro a Milano (642 sprecati), 1.100 euro a Torino (440 sprecati) e 850 euro a Genova (408 sprecati).
L'indagine è stata illustrata oggi durante l'inaugurazione della centrale di informazione sulla mobilità stradale "Luce -Verde-Infomobilità Roma", alla presenza del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un servizio innovativo di pubblica utilità per la Capitale, realizzato dall'Automobile club d'Italia in collaborazione con la polizia municipale di Roma. "Luce Verde - ha detto il presidente dell'Aci, Enrico Gelpi - è in grado di incidere positivamente sulle scelte e sui comportamenti di chi si muove, permettendo una riduzione del 40% della congestione urbana. Il sistema di informazione sulla mobilità stradale Luce Verde, se fosse adottato dalle maggiori amministrazioni locali del Paese, consentirebbe agli automobilisti italiani un risparmio di tempo valorizzabile in 16 miliardi di euro". Valorizzando il tempo alla guida, secondo l'Aci, un buon sistema di infomobilità urbana consentirebbe una riduzione fino al 40% dei livelli di congestione.
"Luce Verde - ha concluso Gelpi - rappresenta un modello di collaborazione da replicare sul piano nazionale. La gratuità del servizio, le enormi potenzialità della Centrale e l'ampia partecipazione dell'emittenza radio-televisiva locale pongono Luce Verde tra le esperienze più avanzate in Europa per le informazioni sulla viabilità, con benefici diretti per l'economia, la sicurezza stradale, l'ambiente e la qualità della vita".
Nella centrale di Luce Verde vengono monitorati, tramite telecamere, i punti nevralgici della rete stradale urbana, e realizzati bollettini audiovideo e testi da inserire su una piattaforma applicativa accessibile via Internet. L'efficacia della comunicazione è garantita dalle emittenti radio e tv locali, abilitate alla consultazione continua della piattaforma Web, che diramano frequenti notiziari sul traffico. I cittadini possono avere informazioni sempre aggiornate anche attraverso un sito Internet dedicato (www.roma.luceverde.it per la Capitale), dove pianificare il tragitto urbano con un quadro aggiornato degli eventi sul percorso.
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mercoledì 4 marzo 2009

INNOVATION FORUM InnovEXPO




Eventi
Innovation Forum 2009 - InnovEXPO
Il Forum dell’Innovazione rappresenta un laboratorio di analisi continuativo sui grandi temi dell’innovazione e sulle opportunità di rilancio per le imprese e l’economia del nostro Paese


Innovation Forum 2009- Agenda 23 Marzo
Innovation Forum 2009- Agenda 24 Marzo
Innovation Forum 2009- Agenda 25 Marzo
Energy Insights

Ormai alla quarta edizione, l'Innovation Forum ha dimostrato materialmente di essere un modello innovativo di networking, orientato alla collaborazione precompetitiva, alla creazione di know-how e allo sviluppo di iniziative progettuali. Il Forum ha saputo interagire in modo incisivo con gli stakeholder istituzionali e il potenziale espresso è alla base per la creazione di una vera “Comunità degli Innovatori” in Italia.

Il Forum dell'Innovazione rappresenta un laboratorio di analisi continuativo rispetto ai grandi temi dell'innovazione e delle opportunità di rilancio per le imprese e l'economia del nostro Paese.
Nel corso del prossimo anno l'attività del Forum dell'Innovazione Digitale sarà vieppiù orientata ad approfondire la dimensione “digitale” di alcuni dei temi chiave dell' Expo 2015: dai modi in cui l'Industria ICT nel suo complesso può contribuire agli aspetti tecnologici legati all' evento (tecnologie e servizi di comunicazione, servizi di infomobilità e trasporti intelligenti, buiding automation, sistemi per la sicurezza ), ai sistemi per il turismo e ai servizi al visitatore, alle aree più direttamente funzionali ai contenuti dell' Expo quali le applicazioni a supporto del sistema agroalimentare, per l'efficienza energetica e la sostenibilità ambientale, per la rilevazione e il monitoraggio dell' ambiente e del territorio, a tutta la filiera della salute.

Obiettivo e tema portante, quindi, dei lavori della prossima edizione sarà l'Innovazione sostenibile, nel solco tracciato dai lavori preparatori all'Expo 2015, nel cui filone Innovation Forum si inserisce con i seguenti argomenti:

La città digitale per l'Expo Digitale: infomobilità e contenuti digitali
Innovazione e sviluppo sostenibile: agroalimentare, ambiente, energia
Pubblica Amministrazione Digitale
Innovazione nella Finanza e Finanza per l'Innovazione



Soluzioni & Servizi per l'Innovazione Sostenibile in Mostra: InnovEXPO

Un'ulteriore novità si inserisce nel quadro di sviluppo del Forum dell'Innovazione: un'area espositiva, articolata in 3 macro-temi di interesse, accompagnerà la 3 giorni del Forum, insieme a Laboratori interattivi e ad incontri one-to-one con analisti e “guru” della ricerca.
Le tre aree sono:

Infomobilità e Contenuti Digitali
Agroalimentare/Energia/Ambiente
Soluzioni per l'innovazione d'impresa


Profilo dei Partecipanti all'Innovation Forum

L'Innovation Forum 2008 ha riscosso un grande successo di pubblico con un totale di quasi 1800 registrati:

General Managers
IT Managers
Direttori Marketing
Imprese ICT, Università e poli tecnologici, associazioni di categoria
Istituzioni finanziarie
Incubator
Media
Opinion maker e influencer.

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E.on-Kraftwerke e Siemens lavorano alla cattura della Co2

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Entro l'estate partirà in Germania un impianto che fungerà da test per proseguire su larga scala


La Co2 inglese finirà nel Mare del Nord

Eni ed Enel proveranno a catturare la Co2

E.on-Kraftwerke e Siemens avvieranno entro l'estate un impianto pilota per la cattura di Co2 nel sito di Staudinger. Il progetto fa parte del quinto programma governativo di ricerca sull'energia ''Innovation and New Energy Technologies'' e promuove la ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie per impianti a bassa emissione di Co2.
Secondo l'agenzia Adnkronos E.On ha confermato che, dopo questo impianto "pilota" con Siemens, sta già pensando alla cattura della Co2 su scala industriale e allo stoccaggio per le centrali a carbone a partire dal 2020.
Con il processo di cattura post-combustione sviluppato da Siemens, la Co2 viene rimossa dai gas di combustione usando speciali agenti di pulizia prima che i gas siano dispersi nell'atmosfera. Anche Siemens afferma che che i risultati raggiunti dall'impianto pilota serviranno come base per il test su impianti ad ampia scala, che entreranno in esercizio nei prossimi dieci anni.

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Bipv: contesto competitivo e prospettive future

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La promessa dei sistemi fotovoltaici ad alta integrazione architettonica



Energy Insights


Roberta Bigliani

Il contesto competitivo
I sistemi fotovoltaici ad alta integrazione architettonica (Bipv) rappresentano al tempo stesso una tecnologia e una modalità d'installazione potenzialmente rivoluzionarie, in quanto sono in grado di portare i costi dei sistemi fotovoltaici agli stessi livelli dei sistemi basati su fonti energetiche convenzionali. Composti da moduli solari integrati in diversi lati dell'involucro architettonico, i Bipv sono in grado di soddisfare, a livello funzionale, le esigenze applicative degli edifici convenzionali, generando al tempo stesso energia elettrica.
Sebbene la loro diffusione sia ancora frenata dai costi più elevati rispetto a quelli dei moduli Pv standard a piano piatto, la visibilità dei sistemi Bipv sta gradualmente aumentando grazie allo sviluppo e all'installazione di prodotti di prossima generazione da parte di produttori europei, asiatici e nord-americani. Ciò ha reso possibile l'avvio di una serie di progetti sia dimostrativi sia commerciali che sfruttano le caratteristiche multifunzionali, oltre che esteticamente accattivanti, dei sistemi Bipv. Energy Insights prevede che la funzionalità dei prodotti Bipv, e di conseguenza il loro impiego a livello commerciale, verrà notevolmente ampliata nei prossimi dieci anni.
Attualmente, i sistemi fotovoltaici ad alta integrazione architettonica rappresentano una tecnologia solare di nicchia che consente di integrare i componenti fotovoltaici direttamente nei diversi elementi che costituiscono la struttura di un edificio, inclusi il tetto, la facciata e le finestre, e il lucernario. Nonostante si tratti di un approccio tecnologico che esiste già da diversi decenni, è solo grazie a una serie di nuovi prodotti realizzati di recente in laminati flessibili che i Bipv hanno ampliato il proprio ambito di utilizzo, migliorando al tempo stesso il rapporto costo/prestazioni.
Per stimolare ulteriormente lo sviluppo di prodotti Bipv per uso commerciale, i governi stanno mettendo a punto strategie di sostegno al settore e politiche di finanziamento per R&S, mentre i costruttori stanno valutando nuove strategie finanziarie per accelerare i tempi di recupero dell'investimento in sistemi Bipv. Sia i programmi di agevolazione all'acquisto e i piani di net metering (misurazione al netto dei consumi energetici) messi a punto dalle utility, sia la decisione di un numero crescente di imprese di adottare i Bipv per i progetti di edilizia residenziale, stanno a loro volta contribuendo alla crescita del mercato dei sistemi Bipv, accelerando nel contempo le economie di scala e migliorando quindi il rapporto costi/benefici di questi sistemi.
I passi avanti realizzati nell'ambito della tecnologia fotovoltaica a film sottile stanno stimolando la crescita del mercato, mentre i fornitori già affermati nel settore edilizio, i costruttori, gli operai edili e gli architetti stanno gradualmente sviluppando in questo ambito competenze tecniche sempre maggiori che incoraggiano la realizzazione e migliorano l'esecuzione di progetti di installazione di Bipv.

Prospettive future
Le previsioni di Energy Insights circa le prospettive dei Bipv nei prossimi dieci anni e oltre sono ottimistiche. Sebbene la tecnologia sia attualmente ostacolata dai costi elevati e da una rete di vendita e distribuzione ancora in fase embrionale, il numero crescente di ordinanze e incentivi governativi a sostegno dell'energia solare e degli investimenti in impianti a energia solare stanno rendendo sempre più competitivo il costo degli impianti fotovoltaici convenzionali e, di conseguenza, anche quello dei sistemi Bipv. L'impiego di sistemi Bipv sta già determinando un incremento del valore degli immobili, oltre che incentivare le vendite di abitazioni nei Paesi della Ue. Incoraggiati dall'innovazione tecnologica, gli accordi di collaborazione fra produttori e installatori (la rete di rivenditori) di sistemi Bipv e le probabilità di un maggiore coordinamento fra questi e gli studi di architettura non potranno che aumentare in seguito all'intensificarsi delle richieste di installazione per uso commerciale. La piena integrazione dei sistemi Bipv nella catena del valore del settore edilizio richiederà ancora qualche tempo, ma è indubbio che il know-how relativo ai prodotti Bipv, alla loro installazione e manutenzione continuerà a diffondersi, di pari passo con l'aumento della consapevolezza del vantaggio comparativo offerto da questa tecnologia.

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Il ritorno dell'Italia al nucleare conviene solo alla Francia



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Wwf e Greenpeace bocciano l'accordo italo-francese. Confindustria invece appoggia la scelta governativa


L'atomo italiano ha bisogno della Francia

Le principali associazioni ambientaliste si schierano contro la decisione governativa del ritorno dell'Italia al nucleare. Secondo il Wwf, il risultato del recente accordo italo-francese è che l'Italia non sarà più dipendente soltanto dal punto di vista delle fonti energetiche, ma anche da quello tecnologico. «L'Italia non possiede miniere di uranio (perlopiù concentrate in Australia e Kazakistan) - osserva una nota del Wwf - e comunque tali riserve sono appena sufficienti ad alimentare gli attuali 440 reattori per 40-50 anni. Quindi le nuove centrali annunciate avrebbero problemi di alimentazione e arriverebbero tardi , come dimostra la vicenda dell'Epr in Finlandia (OL3), ufficialmente in ritardo di 3 anni sui tempi di costruzione e costato almeno 2 miliardi di Euro in più di quanto preventivato». Secondo gli ecologisti, il nucleare offre anche un contributo modestissimo al fabbisogno energetico mondiale (circa il 6,2%), addirittura inferiore a quello dell'idroelettrico (per la Iea nel 2006 la produzione idroelettrica ammontava a 3.121 TWh contro i 2.793 TWh del nucleare).

Dello stesso tenore le dichiarazioni di Greenpeace: «Il nucleare - ha commentato Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia - è una fonte costosa, rischiosa e basata su una risorsa, l'uranio, molto limitata. Una scelta scellerata che serve solo a pochi interessi di un settore che il mercato ha già bocciato. Un accordo a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l'industria nucleare francese. All'Italia, invece, non offre nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica - tecnologia e combustibile arrivano dall'estero - ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine ».

L'energia atomica - sostiene Greenpeace - non ha risolto nessuno dei suoi problemi, da quello delle scorie alla sicurezza intrinseca alla proliferazione nucleare: «Anche raddoppiando l'attuale numero di reattori (cosa che accelererebbe l'esaurimento delle risorse accertate di uranio) - denuncia l'associazione non governativa - il contributo del nucleare alla riduzione delle emissioni sarebbe marginale, non oltre il 5%. Con gli stessi investimenti in maggiore efficienza energetica negli usi finali l'effetto di riduzione delle emissioni sarebbe fino a sette volte superiore. Il nucleare sottrarrà risorse allo sviluppo delle rinnovabili, oggi ferme al 16%, e il risultato potrebbe essere una nuova procedura d'infrazione davanti alla corte Europea».


Confindustria, al contrario, ha salutato con soddisfazione l'intesa italo-francese sull'energia atomica: «Bene l'accordo Francia-Italia sul nucleare. Il Governo così anticipa i tempi, dimostra determinazione e soprattutto risparmia.» È il giudizio di Antonio Costato, vicepresidente di Confindustria per l'energia e il Mercato, che spiega: «Confindustria da tempo raccomanda che la tecnologia venga scelta al più presto, e che sia di un tipo solo, massimo due, perché le centrali saranno minimo sei e massimo dieci e perché c'e' il rischio che quello che oggi costa cinque, possa tra sette anni, alla posa effettiva della prima pietra, costare dieci, con tempi di consegna raddoppiati».

«Non possiamo più permetterci - sostiene Costato - le esitazioni e i costi aggiuntivi dettati dalle incertezze: lo Stato deve usare la sua forza nell'interesse dei cittadini e per farlo Confindustria sostiene la necessità di modificare il Titolo V della Costituzione. La scelta di garantire o meno al nucleare una sorta di 'preferenza' nella consegna (così da contenere i rischi merchant e favorire la finanzi abilità dei progetti) potrà avere effetti importanti soprattutto sui produttori marginali (in particolare le centrali alimentate a gas), il cui mercato con la partenza del nucleare e' destinato a restringersi».

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Futuro a rischio per il mercato dei rifiuti



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La caduta dei prezzi dei materiali riciclabili, segnala un rapporto Frost & Sullivan, ha messo in crisi il settore



Il Conai aumenta il contributo sugli imballaggi La crisi economica ha colpito anche il mercato europeo dello smaltimento dei rifiuti e il settore del riciclaggio è quello che ne sta soffrendo maggiormente. È quanto emerge da uno studio presentato dalla società di consulenza Frost & Sullivan. Germania, la Francia e il Regno Unito sono stati i primi Paesi a essere colpiti da questa crisi e in maniera anche più grave rispetto ai Paesi del Sud Europa. Operatori chiave di questi mercati, si legge nello studio Frost & Sullivan, descrivono la situazione come sempre più grigia e contrassegnata da un declino a partire dalla fine del 2008 nel volume di rifiuti raccolti e smaltiti e da una forte riduzione nel mercato del riciclabile.

Il riciclaggio dei rifiuti, in particolare, appare il settore più penalizzato: la caduta dei prezzi dei materiali riciclabili, quali acciaio e carta, ha portato ad avere grandi volumi di rifiuti in attesa di essere riciclati. Questa situazione ha reso il costo di smaltimento troppo elevato per le società di gestione dei rifiuti e c'e' una certa preoccupazione che questo mercato possa diventare sempre più svantaggioso dal punto di vista economico. Tale scenario è già realtà nel Regno Unito, dove il costo della raccolta della carta è salito a più di 20 sterline per tonnellata. Il volume dei rifiuti in attesa di smaltimento e riciclaggio, sottolinea lo studio, continuerà a crescere almeno fino alla fine del primo trimestre del 2009. Nel riciclaggio della carta, ad esempio, le società di smaltimento dei rifiuti hanno finora potuto vendere la carta e il cartone alle cartiere che usano materiali riciclabili per produrre nuova carta, buste e carta per giornali. Oggi questo mercato è però in forte declino a causa della caduta della domanda in mercati chiave come la Cina.

Ci sono, tuttavia, nuove opportunità di crescita per le società di smaltimento e i fornitori a loro associati. «I governi dei Paesi europei hanno già risposto al declino attuale aumentando la spesa al fine di introdurre nuova liquidità nell'economia e ciò è risultato in nuovi progetti infrastrutturali in Paesi come il Regno Unito, già profondamente colpito dalla crisi finanziaria - spiega la programme manager per la gestione dei rifiuti di Frost & Sullivan, Suchitra Padmanabhan -. Al fine di contenere il danno, le società energetiche e di smaltimento dei rifiuti sono state incoraggiate a intraprendere progetti che possano creare opportunità nei settori della minimizzazione, della selezione e della separazione dei rifiuti». «Nel 2009, l'attenzione dell'industria europea dello smaltimento dei rifiuti - conclude la manager di Frost & Sullivan - dovrà concentrarsi sulle opportunità di crescita in alcuni mercati chiave come la Russia e l'Europa Centrale e Orientale. Anche le possibilità offerte da segmenti di mercato, come i materiali medico-scientifici e il waste to energy, offrono un potenziale che lascia ben sperare».

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lunedì 2 marzo 2009

Nucleare? Ci sono alternative… SI'

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Un settore ad alta energia
Sarà completato entro il 2011 il mega impianto fotovoltaico a Montalto di Castro (Viterbo) che diventerà così la struttura più grande d’Italia e una delle più grandi d’Europa. Costerà oltre 4 miliardi di euro e produrrà oltre 40 mila MegaWatt l’anno. Un progetto importante e ambizioso che coinvolgerà 15 mila famiglie che non saranno, quindi, più costrette a ricorrere ad altre fonti energetiche, dal momento che l’energia prodotta coprirà tutto il loro fabbisogno.

Quando si parla di fonti rinnovabili non vanno, infatti, considerati solamente i pannelli solari: per chi sceglie il risparmio energetico c’è anche il fotovoltaico, ossia l’impianto in grado di produrre energia elettrica grazie ad una fonte inesauribile e non inquinante: il sole.

E molti italiani lo sanno bene: è ottimo il bilancio del 2008 per il mercato fotovoltaico che ha raggiunto un giro d’affari di circa 800 milioni di euro, in crescita del 500%. Ed ancora migliori sono le prospettive per il futuro: solo per il 2009 si prevede l’installazione di 250 MW con un fatturato di 1,2 miliardi di euro, pari a un incremento medio annuo del 119% rispetto al +26% fatto registrare dagli altri Paesi europei.
Tanto che secondo una ricerca condotta da EuPD Research con la collaborazione di Assosolare, nel 2010 l’Italia si avvicinerà alla Spagna con 355 MW di potenza installata, solo poco sotto ai 400 MW che costituiscono il nuovo tetto annuale della penisola iberica.

Corre, quindi, l’Italia del fotovoltaico anche grazie ai nuovi incentivi applicati agli impianti fotovoltaici con il meccanismo del “conto energia” che remunera tutta l’elettricità prodotta con una tariffa agevolata e che di fatto ha permesso di superare alcune criticità emerse nei primi anni di applicazione.

Ma chi produca energia da fonte rinnovabile può scegliere anche di beneficiare del meccanismo di “scambio sul posto”. Installando un impianto fotovoltaico non solo non si pagherà l’energia elettrica al Gestore, visto che si auto-produce, ma si otterrà anche un contributo per tutta l’energia prodotta, con tariffe che variano in base al tipo e alla dimensione dell’impianto.
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No al nucleare, l'Italia ancora contro l'Europa



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Roma, Italia — "Il nucleare è una fonte costosa, rischiosa e basata su una risorsa, l'uranio, molto limitata. Una scelta scellerata che serve solo a pochi interessi di un settore che il mercato ha già bocciato". Così il direttore di Greenpeace Italia ha commentato l'accordo tra Francia e Italia sul nucleare. Un accordo a tutto vantaggio di Sarkozy, che sta cercando di tenere in piedi l'industria nucleare francese. All'Italia, invece, non offre nessuna garanzia di maggiore indipendenza energetica – tecnologia e combustibile arrivano dall'estero – ed è anzi contro gli obiettivi europei di breve termine.

Il Governo continua, infatti, a parlare di nucleare, mentre ha appena firmato accordi europei vincolanti per giungere a una quota del 35 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2020. Il nucleare sottrarrà risorse allo sviluppo delle rinnovabili, oggi ferme al 16 per cento, e il risultato potrebbe essere una nuova procedura d'infrazione davanti alla corte Europea.

Il nucleare non ha risolto nessuno dei suoi problemi, da quello delle scorie alla sicurezza intrinseca alla proliferazione nucleare. Anche raddoppiando l'attuale numero di reattori - cosa che accelererebbe l'esaurimento delle risorse accertate di Uranio che, ai livelli attuali, non superano i cinquant'anni - il contributo del nucleare alla riduzione delle emissioni sarebbe marginale, non oltre il cinque per cento. Con gli stessi investimenti in maggiore efficienza energetica negli usi finali l'effetto di riduzione delle emissioni sarebbe fino a sette volte superiore.

La lobby nucleare cerca di evitare una crisi legata alla marginalizzazione di questa tecnologia che, nei mercati liberalizzati, come in USA, è sostanzialmente ferma da 30 anni. Gli unici investimenti effettuati, infatti, hanno riguardato il ripotenziamento e la manutenzione dei vecchi impianti.

Per la tecnologia francese EPR, esistono solo due cantieri: uno in Finlandia e uno in Francia, nessun impianto è già in funzione. In Finlandia i costi effettivi a metà della costruzione hanno già superato del 50 per cento il budget. L'autorità di sicurezza nucleare finlandese ha riscontrato 2100 non conformità nel corso della costruzione.

Il Presidente Sarkozy, in assenza di nuovi ordinativi, ha annunciato che la Francia, cioè lo stato, chiederà ad AREVA – società quasi interamente pubblica – di costruire un secondo reattore EPR in Francia. Un'implicita dimostrazione che nucleare e mercato non sono compatibili: a ordinare reattori dovrebbe essere un'azienda non lo stato.
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Il Santuario dei cetacei è quasi vuoto!







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 — Dove sono finite le balene e i delfini del Santuario dei Cetacei del Mar Ligure? In conferenza stampa abbiamo presentato i dati scandalo della ricerca effettuata nel Santuario a bordo della nave "Arctic Sunrise". Il calo è vertiginoso: cinquanta per cento di stenelle in meno e balenottere ridotte a un quarto in dieci anni. Troppo poco è stato fatto per proteggerle e oltre alle minacce già note - inquinamento, traffico veloce, pesca illegale - abbiamo scoperto una grave contaminazione da batteri fecali in alto mare.

Il Santuario dei Cetacei nasce con un Accordo tra Italia, Francia e Monaco che, in vigore dal 2002, protegge c.a. 87.000 kmq del Mar Ligure. Avrebbe dovuto tutelare l'ecosistema del Mar Ligure e le popolazioni di cetacei che lo abitano, tra le più ricche del Mediterraneo. È la principale area di alimentazione estiva della popolazione mediterranea della balenottera comune: una popolazione che si avvia a diventare una specie separata da quella atlantica.
I dati della "Operazione Cetacei", pubblicati nel 1992, indicavano la presenza di circa 900 balenottere comuni e tra 15 e 42.000 stenelle. Dai dati raccolti lo scorso agosto dall'Arctic Sunrise, sembra che ci sia una riduzione di circa il 50 per cento delle stenelle (5-21.000 esemplari), mentre sono state avvistate solo un quarto delle balenottere "attese", troppo poco per poter stimare la popolazione.

Con il tour dell'Arctic, abbiamo documentato alcune delle cause di questo crollo verticale dei cetacei nel Santuario: traffico incontrollato con traghetti che corrono a 70 km/h, inquinamento da batteri fecali in altura in due stazioni delle undici analizzate e attività di whale watching svolte in modo pericoloso, con aerei e motoscafi.

La diminuzione dei cetacei nel Santuario non ci sorprende. Il Santuario è semplicemente una scatola vuota. Eppure si tratta di un precedente importante per la protezione del mare, anche in acque internazionali, riconosciuto da tutti i Paesi del Mediterraneo, riuniti nella Convenzione di Barcellona. Ma è un pessimo precedente.

Nel Santuario non è stato fatto assolutamente nulla di specifico per prevenire ed eliminare progressivamente l'inquinamento, per limitare i rischi di collisione delle imbarcazioni con i cetacei e prevenire gli impatti dei rumori, per mettere un freno alla pesca illegale o per proteggere la fascia costiera. Anzi. Proprio nel Santuario vogliono insediare la prima industria offshore: il rigassificatore di Livorno-Pisa.

Italia, Francia e Monaco non sono quindi molto meglio del Giappone che uccide balene per "scopi scientifici". Il Santuario è solo fumo negli occhi, che nasconde il calo progressivo dei cetacei nel Mar Ligure, causato da vecchie e nuove minacce.

Greenpeace chiede che il Santuario venga immediatamente sottoposto a un regime di reale tutela e gestione e che in esso si crei una grande Riserva Marina d'altura, con divieto di pesca e immissione di sostanze tossiche o pericolose.
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