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venerdì 6 marzo 2009

Amazzonia arrosto




Amazzonia in fiamme


— Un rapporto scandalo "Amazzonia arrosto. Un videoblog . Un reportage fotografico. Per denunciare la diretta relazione tra l'espansione dell'allevamento bovino e il dilagare della distruzione della foresta amazzonica. Il polmone del mondo nello stato del Mato Grosso è la regione con il più alto tasso di deforestazione. Il 79,5% delle aree recentemente deforestate in Amazzonia è stato destinato al pascolo.

Dal 1996 al 2006 ben 10 milioni di ettari - un'area pari a un terzo l'Italia - sono stati tagliati a raso a causa dell'allevamento bovino. Oggi il Brasile, che possiede la mandria commerciale più grande del mondo, è il principale esportatore di carne e pelle bovina. Inoltre, il governo brasiliano entro il 2018 intende raddoppiare la propria capacità di esportare questi prodotti.

Il Brasile è il quarto paese emettitore di Co2 a livello globale. In un paese in cui il 75% dei gas serra (GHG) emessi dipendono proprio dalla deforestazione, il governo dovrebbe prendere misure drastiche per fermare anziché stimolare l'espansione delle attività legate all'allevamento.

Il prossimo dicembre, i leader del mondo intero si incontreranno a Copenhagen per la negoziazione delle Nazioni Unite per il Clima più importante di tutti i tempi. Considerato che la distruzione delle foreste tropicali è responsabile di ben un quinto delle emissioni di gas serra a livello globale qualsiasi accordo per salvare il pianeta dal cambiamento climatico dovrà includere misure per fermare la deforestazione.


Il rapporto di Greenpeace "Amazzonia Arrosto" delinea, inoltre, le misure che il governo brasiliano deve mettere in atto per raggiungere l'obiettivo di "Deforestazione Zero" entro il 2015, anno in cui le emissioni di gas serra a livello globale dovranno iniziare a calare drasticamente.

L'Amazzonia brucia e i governi continuano a ignorarlo. Greenpeace sta documentando e denunciando questo disastro ambientale con il tour dell'Arctic Sunrise, lo storico rompighiaccio dell'organizzazione. A bordo anche un italiano Pietro che ci ha inviato un emozionante video blog, pubblicato anche sul sito repubblica.it. Così, con gli occhi di tutto il mondo puntati addosso, speriamo che chi ha il potere di decidere adotti subito le giuste misure per proteggere uno degli ecosistemi più preziosi del pianeta.

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X VEDERE VIDEO SPEGNI LA RADIO <----------

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