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lunedì 15 giugno 2009

Dieci anni di lotta a San Luis de Potosì

Dieci anni di lotta a San Luis de Potosì

Giuseppe De Marzo A Sud

Un tribunale federale messicano dà ragione alle organizzazioni sociali di San Luis de Potosì, che da oltre dieci anni cercano di fermare il progetto minerario della multinazionale canadese Metallica Inc. Che fine farà ore la miniera?

Da oltre dieci anni la popolazione di San Luis de Potosì, in Messico, è in lotta contro un progetto di estrazione mineraria che ha impatti devastanti sulle fonti idriche e sull’ambiente, contaminati da rifiuti altamente tossici, grandi quantità di gas inquinanti e residui del cinauro usato per l’estrazione dell’oro.
A rischio è soprattutto Cerro San Pedro de Potosì, un paese fondato nel 1592 e così chiamato dai conquistadores spagnoli per le quantità di oro e argento di cui era ricco – come la più nota Potosí in Bolivia – dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Il 17 aprile scorso la Nona Corte del tribunale federale del Messico ha emesso una sentenza che chiede al Tribunale Federale di accettare il ricorso presentato dai cittadini e dalle organizzazioni che si battono contro la miniera. La sentenza chiede anche di riaprire ufficialmente entro tre mesi il contenzioso promosso contro l’uso illegale del suolo del Cerro di San Pedro per far posto alla miniera di San Xavier.
Durante i lavori di estrazione – secondo quanto denunciato dalle comunità – vengono usati esplosivi elaborati con nitrato di ammonio e diesel che rilasciano gas tossici, e per l’estrazione di materiali con contenuto aureo si usa un processo di liscivazione attraverso il cianuro. Nel 1999 la Segreteria per l’ambiente e le risorse naturali [Semarnat] autorizzò l’impresa mineraria canadese Metallica Resources Inc. a dare il via al progetto della miniera San Xavier. L’Istituto nazionale di ecologia accordò a sua volta i permessi ambientali, ma stabilì 100 condizioni vincolanti che l’impresa doveva rispettare tra le quali il ricollocamento delle comunità di Cerro de San Pedro e Zapatilla. Quello stesso anno prese il via la battaglia legale promossa dalle comunità, riunite inizialmente nel Gruppo civico pro San Luis Ecologico e successimente nel Fronte ampio di opposizione alla miniera San Xavier, che dal 2003 riceve l’appoggio dell’Unione dei lavoratori rurali, di vari sindacati, oltre che di organizzazioni internazionali, intellettuali e scrittori, tra i quali Carlos Montemayor. Nel 2004, in contemporanea con l’inizio dei lavori della miniera, diverse Corti federali invalidarono i permessi concessi dal Semarnat dando seguito alle denunce presentate dagli abitanti del Cerro de San Pedro. Nonostante le tante sentenze a favore delle comunità, i lavori della miniera non sono mai stati sospesi, grazie anche all’appoggio dell’allora presidente Vincente Fox e del ministero dell’economia, che avevano identificatto il progetto come fondamentale per lo sviluppo economico della regione. Dal 1999 ad oggi si sono susseguiti attentati, minacce, intimidazioni ed arresti contro le comunità in lotta e contro chiunque abbia cercato di opporsi al progetto, tra cui sindaci, studenti, contadini e semplici cittadini. Nel 2006 la comunità è stata visitata dalla Carovana dell’Altra Campagna zapatista che ha espresso in più occasioni solidarietà con le comunità danneggiate dal progetto. Nel 2008 è nata la Rete messicana delle popolazioni vittime delle attività minerarie [Rema] a cui ha aderito la comunità del Cerro de San Pedro assieme a tutti gli oppositori al progetto Miniera di San Xavier. Dal 30 al 31 maggio scorsi si è inoltre tenuta la sesta Assemblea nazionale delle vittime dei danni ambientali nel municipio di El Salto, comunità colpita dalla contaminazione del Rio Santiago. Decine di comunità ed organizzazioni hanno dato vita ad una assemblea per risolvere in maniera collettiva e partecipata i problemi che affliggono i territori. Forte della sentenza della Corte federale, il Fronte Ampio chiede ora la cacciata della Miniera San Xavier e il giudizio immediato per i responsabili della distruzione del Cerro de San Pedro, appellandosi ancora una volta alla solidarietà e all’appoggio nazionale ed internazionale per vincere una battaglia che dura da oltre dieci anni.

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