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mercoledì 11 novembre 2009

Perché poi non si impiegano i soldi raccolti

.
Ebook sulle tecniche segrete di seduzione passiva
.
Perché poi non si impiegano i soldi raccolti nella settimana appena
trascorsa per la bonifica dei siti inquinati nel nostro paese?


si è appena conclusa la settimana per la ricerca sul cancro che ha
trovato, come ogni anno, ampio spazio in radio, tv e giornali; per un
caso certamente fortuito, tuttavia, proprio domenica sera è andata in
onda su RAI 1, alle 23.30, un’inchiesta sugli oltre 50 siti
particolarmente inquinati del nostro paese ed è apparso chiaro a tutti
che vivere a contatto con grandi impianti che emettono diossine,
metalli pesanti, amianto, cancerogeni di ogni tipo, rappresenta un
indiscutibile rischio per la salute dell’ambiente, degli animali,
dell’uomo: in questi luoghi infatti l’incidenza di malformazioni alla
nascita, aborti spontanei, cancro ed altre malattie è a livelli
stratosferici. Le due notizie mi hanno fatto pensare: da un lato si
continuano a fare iniziative volte alla “ricerca per il cancro ”
lasciando intendere che prima o poi si arriverà alla soluzione del
problema, magari con qualche farmaco miracoloso, dall’altro lato non
si fanno le necessarie bonifiche e tutt’al più si interviene
abbattendo i capi di bestiame contaminati, si permette che le persone
vivano in territori inzuppati di cancerogeni , in attesa forse che
questi facciano il loro effetto, visto che - almeno per ora - non si
abbattono le persone "inquinate"!

Sono decenni che si raccolgono soldi, tanti soldi, per la ricerca sul
cancro: in U.S.A fino al 2005 sono stati investiti oltre 50 miliardi
di dollari, ma, se da un lato diminuisce l’incidenza di alcuni tipi di
tumore (specie quelli correlati al tabagismo, abitudine fortunatamente
in diminuzione specie nei maschi), dall’altro ci si ammala sempre di
più per tumori a prostata, testicolo, mammella, tiroide, linfomi ,
melanoma, pancreas, fegato… e via dicendo. Certo, per alcuni tipi di
tumore, anche in stadi avanzati, qualche miglioramento nella
sopravvivenza è stato raggiunto: ma a che prezzo, sia in termini di
effetti collaterali che economici? Un articolo recente ha valutato che
a New York negli anni ’90 si poteva prolungare di 11,5 mesi la vita di
un paziente affetto da tumore al costo di 500 $, nel 2004, per lo
stesso tipo di cancro e nel medesimo stadio, erano disponibili cure in
grado di prolungare la vita di 22,5 mesi al costo di 250.000 $.
Davvero possiamo onestamente pensare di poter sostenere questi costi e
soprattutto che così facendo si apra un reale spiraglio nella guerra
contro il cancro? Siamo in tanti fra “addetti” e “non addetti” ai
lavori a ritenere che questo approccio sia perdente e vorremmo che si
invertisse al più presto la rotta, o che, per lo meno, la ricerca di
efficaci terapie fosse accompagnata da pari investimenti per la
rimozione delle cause del cancro: in U.S.A. il National Cancer
Institute investe meno del 3% per la reale prevenzione della malattia
e l’America Cancer Society addirittura meno dello 0.1 %...Non oso
immaginare quali siano le somme corrispondenti nel nostro paese.

Non si trascuri inoltre il fatto che un’altra, indispensabile azione,
è quella di fornire ai cittadini informazioni scientificamente
corrette, chiare, complete e dettagliate sui tanti agenti cancerogeni
presenti nel nostro habitat e di conseguenza spingere sempre più i
politici all’adozione di misure concrete di protezione della salute
pubblica. Secondo un recentissimo rapporto dell’OMS nel 2030 il cancro
sarà la prima causa di morte nel mondo e già oggi in Italia la
probabilità di ricevere una diagnosi di cancro nell’arco della vita
(da 0 a 84 anni) riguarda ormai il 50% di noi, quindi 1 su 2 sia fra i
maschi che fra le femmine si ammalerà di questa malattia e sempre più
saranno colpiti giovani, donne, bambini…

L’informazione che va per la maggiore circa le cause del cancro è
quella che ci si ammala di tumore a causa di scorretti stili di vita,
di fattori ereditari e soprattutto a causa dell’invecchiamento: il
risultato di questi messaggi è che oltre che ammalati ci si sente
anche colpevolizzati e si avvalora l’idea che contrarre il cancro sia
una cosa quasi ineluttabile, quasi che morire di vecchiaia fosse ormai
diventata un’ utopia!

In realtà un’ampia ricerca condotta in 7 aree del mondo ha dimostrato
che i fattori di rischio comunemente invocati danno ragione di non più
del 40% dei casi di cancro: a cosa dobbiamo quindi imputare il
restante 60%? Non sarà il caso di cominciare a guardarci intorno e
chiederci che ruolo hanno pesticidi, diossine, nichel, cadmio, cromo,
benzene, PCB…e gli altri numerosissimi veleni presenti ormai
stabilmente nell’ambiente di vita e soprattutto in aria, acqua, cibo,
sostanze che stanno minando sempre più drammaticamente la salute
nostra e soprattutto dei nostri bambini?

Sono un medico all’antica e sono sempre più convinta che il tipo di
cancro da cui certamente - nel 100% dei casi - si guarisce è quello di
cui NON ci si ammala e faccio una proposta: istituire la settimana
della CIC “/Corretta Informazione Cancro/” dando spazio ai tanti
medici, ricercatori, studiosi che anche nel nostro paese stanno
portando avanti questi concetti e che si sono dati l’obiettivo
prioritario di salvaguardare la Salute e rimanere SANI, non quello di
“inseguire” le malattie senza mai intervenire sulle loro cause.

Una informazione rigorosa, indipendente, scientificamente corretta è
il primo strumento che si deve mettere in atto se davvero si vuole
uscire dal pantano in cui anche l’Oncologia si dibatte.

Perché poi non si impiegano i soldi raccolti nella settimana appena
trascorsa per la bonifica dei siti inquinati nel nostro paese?


/Danei G.: Causes of cancer in the world: comparative risk assessment
of nine behavioural and environmental risk factors Lancet 366:
1784-1793, 2003
Clapp RW et al: Environmental and Occupational Causes of Cancer,
Lowell Center for Sustainable Production, 2007
Devra Davis: La Storia Segreta della Guerra al Cancro
Samuel S. Epstein: How to win the war against cancer, 2005
http://www.preventcancer.com/
/

//

/ /Patrizia Gentilini
Medico Oncologo ed Ematologo.
Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia


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