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venerdì 13 aprile 2012

Enel, sotto processo


Il flashmob degli attivisti


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ROMA, 12.04.12 - Ieri sera, in quattordici città italiane tra cui Milano, Venezia, Roma e Bari, attivisti di Greenpeace hanno dato vita a flashmob di protesta contro la politica energetica di Enel, la prima azienda in Italia responsabile dell'uso del carbone, la fonte più dannosa per il clima e la salute dell'uomo. "Enel, sotto processo ci sei tu!" è lo slogan che gli attivisti hanno portato davanti a luoghi istituzionali e simbolici della giustizia per chiedere che sia fatta luce sui danni sanitari e ambientali di cui Enel è responsabile.


Facciamo luce su Enel e lo facciamo in tutti i modi. Anche con un flashmob. Ieri in tutta Italia, da Nord a Sud, centinaia di attivisti hanno protestato davanti a luoghi istituzionali e simbolici della giustizia con il messaggio: “Enel, sotto processo ci sei tu!”. Vogliamo che Enel risponda dei danni sanitari e ambientali di cui è responsabile, a causa dell’utilizzo del carbone.
Domani gli appuntamenti giudiziari che coinvolgono Enel sono due. Il primo vede imputati venticinque dei nostri attivisti per l’azione del 13 dicembre 2006 in cui fu occupata per tre giorni la centrale di Porto Tolle, nel Parco del Delta del Po. Enel vorrebbe convertirla a carbone nonostante la presenza, proprio davanti all’impianto, del più grande terminal gasiero offshore del mondo. Il secondo seconda riguarda la decisione che prenderà il Consiglio di Stato sulla necessità o meno di rifare da capo la Valutazione di Impatto Ambientale per la conversione a carbone di quella stessa centrale.
Noi pensiamo che sotto processo dovrebbe esserci chi distrugge il clima e l’ambiente, non chi lo difende.
Enel è già stata condannata per la centrale di Porto Tolle. Un processo penale, conclusosi in Cassazione il 27 aprile 2011, ha accertato i reati di violazione della normativa sull’inquinamento atmosferico e danneggiamento aggravato in relazione al funzionamento a olio combustibile dell’impianto. Sempre per quella centrale, amministratori delegati e dirigenti di Enel sono stati rinviati a giudizio per non aver applicato le dovute tecnologie di abbattimento dell’inquinamento. Uno studio epidemiologico dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha dimostrato il significativo impatto delle emissioni della centrale sull’aumento delle malattie respiratorie nella popolazione minorile residente nei comuni a essa circostanti.
Perché Enel vuole continuare a investire nel carbone, la fonte energetica più dannosa e sporca, mentre tutto il mondo investe sulle fonti rinnovabili? Deve cambiare. Anche perché il 30 per cento dell’azienda è ancora controllato dallo Stato. E lo Stato non può essere complice di chi distrugge il clima e avvelena la popolazione.

http://www.facciamolucesuenel.org/enel-sotto-processo-ci-sei-tu-il-flashmob-degli-attivisti/?utm_source=email&utm_medium=email&utm_campaign=video_flashmob

Migliaia di investigatori

 sulle tracce 

del serial killer del clima.

Le conseguenze dell’uso del carbone per la produzione di energia sono sotto gli occhi di tutti. Mai come nell’ultimo anno il caos climatico, in Italia, ha mostrato il suo vero volto. Basti pensare a quanto successo a Genova, alle Cinque Terre e a Messina, vere e proprie calamità, delitti i cui colpevoli rimangono nell’ombra. Ma è arrivato il momento di fare luce su chi ci fornisce luce a un prezzo troppo alto: per noi, per il clima, per il nostro pianeta.
Per questo abbiamo aperto un’indagine e iscritto Enel nel registro degli indagati per causato disastro climatico, reato ambientale e sanitario. Aiutaci anche tu a fare luce su questa sporca vicenda. Entra nel R.I.C., il Reparto Investigazioni Climatiche di Greenpeace e fai sapere a tutti la verità. Quante più persone saranno informate, quanto più Enel sarà costretta ad ascoltare le nostre richieste.
Chiediamo a Enel di:
  • ritirare tutti i progetti di nuovi impianti a carbone, cominciando da quelli di Porto Tolle (Rovigo) e Rossano Calabro (Cosenza);
  • cominciare da subito l’abbandono progressivo dell’uso del carbone, da completare entro il 2030;
  • approntare un nuovo piano industriale, che segni un forte investimento sulle fonti rinnovabili. E per ogni kilowattora pulito un kilowattora sporco in meno in rete.
Fermiamo Enel. Salviamo il Clima, preparando una Rivoluzione Energetica basata su fonti rinnovabili ed efficienza. Insieme possiamo farcela. Se non sei ancora dei nostri, entra subito a far parte del R.I.C. e unisciti all’indagine del secolo per inchiodare il serial killer del clima.

 http://www.facciamolucesuenel.org/premi/


Partecipa alle indagini

Enel sta uccidendo il clima.
L'arma che utilizza è il carbone. Invia subito all'azienda il tuo avviso di garanzia per reato ambientale e sanitario. Entra nella squadra che fermerà gli sporchi piani di Enel e ricevi informazioni via e-mail e telefono su questa e altre campagne di Greenpeace.
Greenpeace tutela la tua privacy


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