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giovedì 21 giugno 2012

Taranto: Porto d'Europa



Accordo per Taranto
«Porto d'Europa»

ROMA - Un accordo storico, capace di ridisegnare il futuro del porto di Taranto, della Puglia e dei traffici marittimi commerciali, nazionali e internazionali, è stato siglato ieri mattina, alla presidenza del Consiglio dei ministri, da governo, Regione Puglia, Provincia, Comune e Autorità Portuale di Taranto, Sogesid, Ferrovie dello Stato e compagnie di navigazione e logistica impegnate nello scalo pugliese: Evergreen, Tct, Luante Estate B.V. Gsi Logistic e i cinesi di Hutchison.

Gli interventi per la riqualificazione e l’ampliamento del porto sono quelli di cui si parla da anni, alcuni dal lontano protocollo del 1998: la nuova diga foranea di protezione del porto, la riqualificazione delle aree ricadenti nel Sin, il sito di bonifica di Interesse Nazionale, la riconfigurazione della banchina del molo polisettoriale, l’ammodernamento della banchina e dei piazzali, il dragaggio dei fondali, il tutto per investimenti di quasi 190 milioni di euro.

La novità è che le parti si impegnano a terminare gli interventi in 24 mesi a partire da ieri, a garantire la movimentazione di 1 milione di container nell’anno successivo alla fine dei lavori, a trasformare la mobilità dei 160 lavoratori della Evergreen in cassa integrazione a rotazione, mentre la Tct recupererà le due linee di traffico spostate sul Pireo.

Scongiurati i licenziamenti, il governatore della Puglia Nichi Vendola ringrazia il governo per la nomina del commissario straordinario Sergio Prete, che è anche presidente dell’Autorità portuale di Taranto, definito dal ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca «l’acceleratore» dell’accordo.

Il ministro attribuisce il grande risultato raggiunto «al livello e alla qualità della cooperazione istituzionale rafforzata. L’accordo odierno rientra nella strategia di rilancio degli investimenti pubblici in Europa a cui il nostro governo sta lavorando». Soddisfatti anche il sottosegretario al ministero dell’Ambiente, il foggiano Tullio Fanelli e il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Mario Ciaccia, che nel marzo scorso ha inaugurato il primo cantiere della piastra logistica di Taranto, la cui funzione, osserva, sarebbe stata vanificata senza gli impegni messi nero su bianco, ieri, in un crono programma dei lavori sulla cui attuazione vigilerà il commissario Lepre.

«Ora - aggiunge Ciaccia - si restituisce alla Puglia una grande possibilità di recupero, importante per l’Italia e l’Europa, che considerano strategico il Porto di Taranto». Lo scalo tarantino non solo sarà «il più infrastrutturato d’Italia, ma con il dragaggio – ricorda Vendola – diventerà l’unico porto italiano a poter ospitare le navi container di ultima generazione e quindi anche il traffico internazionale: quello che si muove da nord verso sud, dalla Cina cioè verso Rotterdam, dovrà rivedere le proprie rotte». Non è probabilmente un caso che l’autorità portuale di Taranto abbia siglato due accordi di collaborazione con Shanghai e lo scalo olandese.

Emozionati, il presidente della Provincia di Taranto, Giovanni Florido, e il sindaco della città, Ippazio Stefàno, si sono impegnati a non deludere le aspettative riposte sullo scalo pugliese, dopo aver ringraziato il governo per l’attenzione manifestata durante tutta la lunga istruttoria. Se Taranto è candidata ad essere uno dei principali Hub del Mediterraneo, secondo l’assessore ai Trasporti della Regione Puglia, Guglielmo Minervini (assente all’incontro perché impegnato alla Camera dei deputati) è perché questa candidatura «l'abbiamo conquistata tappa dopo tappa: con il protocollo d’intesa con Rfi del giugno del 2010 che ha assegnato 35 milioni per il raccordo ferroviario, con lo sblocco della delibera Cipe per il finanziamento di 219 milioni della piastra logistica», fino al protocollo di ieri.

Presente alla firma anche il deputato tarantino Ludovico Vico, che rileva come «la commissione Trasporti abbia certificato l’importanza del porto di Taranto, collocato tra i dieci scali strategici del Mediterraneo, come previsto dall’Ue».


 di ALESSANDRA FLAVETTA
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