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lunedì 1 agosto 2016

Papà Prendiamo un Cane



 E il genitore fa firmare ai figli un contratto con 13 regole
L’originale trovata di un padre che ha poi pubblicato il foglio su R. sito. I bambini, per poter adottare un cucciolo, hanno dovuto accettare obblighi e responsabilità.
Prima del cane, la firma sul contratto
Prendere un cane è un grande impegno. E prima o poi qualunque genitore si trova a dover rispondere ai suoi figli che chiedono con insistenza di adottare un cucciolo. Consapevoli delle conseguenze: i bambini ci giocheranno per un po’, poi si stuferanno e agli adulti resta l’incombenza di dover badare al nuovo componente della famiglia. Tra passeggiate notturne e divani distrutti.

Un padre inglese ha giocato d’anticipo e, prima di cedere, ha scritto un «Family Dog Contract», un contratto composto da tredici regole che le figlie hanno dovuto firmare prima di dirigersi nel più vicino canile. Pubblicata la foto sul sito di social news Reddit, l’utente «rjohnstone13» ha ricevuto centinaia di commenti di altri che si sono ritrovati nella stessa situazione.

Regola n.1, raccogliere i bisogni
La prima regola che pone il padre è per liberarsi da una delle incombenze più fastidiose di quando si ha in casa un animale a quattro zampe: «Papà non deve mai raccogliere la pupù. Mai. I bambini provvederanno a pulire almeno tre volte a settimana per soddisfazione di papà».

Regola n.2, addestramento
Non solo, «il cane sarà ben addestrato a fare i suoi bisogni in giardino». Precisa anche il luogo: tra i sassi contro lo steccato della vicina, Barbara. Poi precisa: «Tutti i membri della famiglia concordano che non saranno tollerate sorpresine sul prato né davanti alla casa né sul retro».

Regola n.3, la taglia del cucciolo
Non importa la razza, ma la taglia. «Il cane è molto piccolo» precisa il padre. Peso massimo consentito: 10 libbre, pari a circa 4,5 chili. Sul foglio è stata poi fatta una correzione a penna. Si possono raggiungere le 15 libbre, ovvero 7 chili.

Regola n.4, niente peli in giro
Per non ritrovarsi a lavare il copridivano ogni settimana, il padre scrive: Il cane non perde pelo. Per niente», con tanto di sottolineatura delle ultime due parole.

Regola n.5, non si sbava
Un altro fastidioso inconveniente che al genitore proprio non va giù: «Il cane non sbava né ha un naso gocciolante. Tutte le parti concordano che i cani di questo genere sono disgustosi».

Regola n.6, graffi
Dopo peli e umidi ricordi, arrivano i piccoli danni. «Il cane non graffia il pavimento. A papà non interessa come prevenirlo - taglio attento delle unghie, stivali, rimozione chirurgica delle zampe. Tutte le parti concordano che il cane non graffierà il pavimento».

Regola n.7, lavaggio
Il padre avvisa i figli che la cura passa anche da spazzola e sapone. «Papà non dovrà mai lavare il cane. In più, se papà decide che il cane puzza, un figlio deve fare il bagno al cane entro 24 ore».

Regola n.8, disastri
L’odore dei cani è piuttosto intenso e i danni sono dietro l’angolo. Quindi il padre ci tiene a precisare (più che altro alla moglie): «Se il cane facesse una qualche sorta di disastro in casa i trattamenti di pulizia si dimostrassero inefficaci, è autorizzato l’utilizzo di prodotti chimici dannosi per eliminare macchie e odori.

Regola n.9, veto sul nome
Non ci sono solo responsabilità concesse, ma anche dimostrazioni di autorità: «Papà ha diritto di veto assoluto sul nome del cane».

Regola n.10, l’alimentazione
«Il cane non riceve cibo organico, gourmet o dietetico. Tutte le parti concordano che il mangime tradizionale va bene».

Regola n.11, mantenere le distanze
Niente esagerazioni nelle dimostrazioni d’affetto: «Non ci si riferisce mai al cane come se fosse un figlio o un fratello. Tutte le parti concordano che un cane è un cane».

Regola n.12, cartoline d’auguri
Attenzione speciale negli auguri agli amici: «Il nome del cane non viene scritto nelle cartoline di Natale. In più, se c’è una foto del cane sulla cartolina di famiglia, dovrà essere un caso. Insomma, il cane non sarà soggetto primario della foto».

Regola n.13, il riassunto
L’ultima regola riassume tutte le altre: «I bambini promettono di non innamorarsi mai del cane o, al contrario, di annoiarsi. Tutte le parti concordano che il cane è una responsabilità primaria dei figli per tutta la sua vita».


E alla fine arriva Kershaw
In un altro post, il papà previdente racconta l’epilogo della storia, avvenuta due anni prima: due settimane dopo la firma del contratto è stato adottato un bastardino di tre anni.

Non sbava né perde pelo. E sul nome, il genitore rivela di non aver esercitato il suo potere di veto: è stato chiamato Kershaw. I bambini hanno rispettato le regole e «tutti (compreso Papà) amano il cane, che è stata una fantastica aggiunta (ma non è un membro) alla nostra famiglia».

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PATENTINO PER CANI LE REGOLE


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